
Temporeggiando
In un prato d’aghi
In bilico, quasi danzando
Decifrando un sentiero, rincorrendo un pensiero
Misurando ogni balzo
Nel soffio di scostamento, nell’incedere del vento
Sia brezza o frescura
nei giorni di settembre
quando le foglie cadon lente
e ancora ogni anno, l’autunno
ogni volta uguale, ogni volta diverso
sarà meno ombroso nel suo gioco perverso
d’armonia e riflessione
cento, mille foglie
fra viali e nei marciapiedi
cosparse, nascoste, le verdi striate
con piacere ritrovate…
ma è solo un’illusione
di un vecchio ricordo
che ritorna con forza
quando amare era una panchina
e crepitìo di quelle foglie, sedendosi sopra
coloriva i silenzi
fra le nostre pause, in punta di sorriso
con il riflesso nel faggio, sfumava il suo bel viso
e se prima avevo fretta e non coglievo il secondo
ora ripenso a quel momento
troppo infinitesimale, troppo denso
per non esser così amabilmente recepito
in controluce
quando le frasche eran d’avorio
pendenti, lo scivolare di lenzuolo….
Ora si, ricordo
è tutto un dipinto concentrato…
…di cui ora,
in quella panchina,
rimane solo il soffio di un angolo perso e ritrovato
fra mille foglie attorno, disegnate con cura
immersi, dispersi,
nell’abbraccio di madre natura.
Da una mano sopraffina ecco il disegno ritrovato
Spiegato con poco, in due pastelli scoloriti
Ma se un’immagine è arrivata
È anche vostra
se almeno per un secondo,
l’emozione è vibrata.
