domenica 22 novembre 2009

Il Barattolo della vita.


Un giorno, durante una lezione, un professore di filosofia, senza dire parola, prende un barattolo grande e vuoto ed inizia a riempirlo con delle palle da golf. Dopo chiede agli studenti se il barattolo è pieno. Gli studenti sono d'accordo e rispondono di si.
Così il professore prende una scatola di palline di vetro e la versa dentro il barattolo grande. Le palline di vetro riempiono gli spazi vuotitra le palle da golf. Il professore chiede di nuovo agli studenti se il barattolo è pieno e loro rispondono di nuovo di si.
Allora il professore prende una scatola di sabbia e la versa dentro il barattolo. Ovviamente la sabbia riempie tutti gli spazi vuoti e il professore chiede ancora se il barattolo è pieno. Gli studenti rispondono con un si unanime.
Il professore, velocemente, aggiunge due tazze di caffè al contenuto del barattolo ed effettivamente riempie tutti gli spazi vuoti tra la sabbia. Gli studenti si mettono a ridere in questa occasione.
Quando la risata finisce il professore dice: "Voglio che vi rendiate conto che questo barattolo rappresenta la vita: le palle da golf sono le cose importanti come la famiglia, i figli, l'amore, la fede, la salute, gli amici, le cose che ci appassionano. Sono cose che, anche se perdessimo tutto e ci restasse solo quello, le nostre vite sarebbero ancora piene.
Le palline di vetro sono le altre cose che ci importano come il lavoro, la casa, la macchina, i soldi, ecc.
La sabbia è tutto il resto: le piccole cose. Se prima di tutto mettessimo nel barattolo la sabbia, non ci sarebbe posto per le palle da golf nè per le palline di vetro.
La stessa cosa succede con la vita. Se utilizziamo tutto il nostro tempo ed energie nelle cose piccole, non avremo mai spazio per le cose realmente importanti. Fai attenzione alle cose che sono cruciali per la tua felicità: gioca con i tuoi figli, prenditi il tempo per andare dal medico, vai con tuo/a marito/moglie a cena, pratica il tuo sport o hobby preferito. Ci sarà sempre tempo per pulire la casa, per riparare la chiavetta dell'acqua.
Occupati prima delle palline da golf, delle cose realmente importanti. Stabilisci le tue priorità, il resto è solo sabbia.

Uno degli studenti alza la mano e e chiede cosa rappresenta il caffè. Il professore sorride e dice:
"Sono contento che tu mi faccia questa domanda. E' solo per dimostrarvi che non importa quanto occupata possa sembrare la tua vita, c'è sempre posto per un paio di tazze da caffè con una persona cara".

Breve racconto qui riportato, di particolare interesse tanto da decidere di essere inserito nel blog, poichè presenta un filo comune con tutti i miei racconti e con il pensiero del polsino slacciato.

venerdì 6 febbraio 2009

Dei pazzi, dei violenti e il boss.


Dei primi vi dirò, di come sia fendente l'arroganza
che sbrillucica nell'innata euforia
tanto avida, pietosa, come la ratio che va via.
Di come si mantenga un opinione,
un senso categorico, in nessun caso propedeutico
ma solo buccia di facezia
tra un ghigno insulso e un principio di disgrazia.
Sono nelle mani dei violenti.


I violenti si consumano al fuoco della rabbia,
la noncuranza propria e del prossimo sono i risultati.
I loro sfoghi viaggiano fra i condotti dell'anima
e straboccano dove le guarnizioni sono malandate.
Fanno un pieno di vita, ma in riserva con le idee,
sono succubi e impotenti di fronte al boss.
Troppi abusi, in sei righe non avranno anche la rima.


Ed infine lui,
nell'eterno gioco delle propensioni, con mille assi da giocare
e un solo modo di rompere i coglioni.
Della sua simpatia, Dio non me ne voglia,
ben mi guarderei dal farmene famiglia
poichè di questi tempi, i parti sarebbero prematuri
tanto ricchi di fiele da fare gli spergiuri.
Ma che non rimanga solo, non sia mai
sempre bersagli facili, a creare guai,
lordando il suo cammino di due soddisfazioni
ultimi aridi balocchi per l'anima mai sazia,
cigno nero fra i leoni.

lunedì 12 gennaio 2009