sabato 6 aprile 2013

Pisa


La fretta.

Le lezioni, gli incontri con le società, le levataccie rocambolesche la mattina, la cravatta annodata con una mano mentre il cucchiaino batte sull'ultimo giro nel caffè, una bicicletta buona per il lavoro, per lo studio, per la spesa....
Già perchè vivere Pisa in bici ha il suo fascino, oltre che la sua utilità.
Le camminate dei primi giorni peccavano di curiosità, e sono state sostituite immediatamente da una bici modello Bianchi da passeggio. Due ruote e una borsa a tracolla, dalle piazze rumoreggianti dei mercatini alle fulminee possibilità di isole pedonali, budelli, cunicoli. Più sono strette maggiore sarà la voglia di andare veloci, anche perchè prima o poi si sfocierà sul Lungarno, e a quel punto bisognerà rallentare per godere dell'ampiezza ritrovata, assaporare profumi, sensazioni e vedere chi c'è in giro.
La pioggia diventa un serio problema solo quando assume i connotati di un autentico diluvio universale, cosa che puntualmente accade quando si è in sella e bisogna legare il "bolide" sotto i portici di Borgo Stretto. A quel punto non resta altro che fare colazione nella storica pasticceria Salza, e, nel mentre che si passeggia, sperare che smetta di piovere per arrivare in Piazza dei Cavalieri per onorare il puntello della giornata.
In piazza dei cavalieri ci si ritrovava sempre il primo periodo, dato che da li si va per la mensa universitaria e soprattutto si trovano le biciclette a prezzi stracciati, o per meglio dire, i senegalesi che le "acchiappano" e poi le rivendono attraverso discutibili trattative commerciali.
Mi ricordo ancora il ritorno a casa con Gianna dopo l'acquisto del mio biciclo che vedeva me al settimo cielo, lei più contenuta e con gli entusiasmi riflessivi di chi deve fare assolutamente l'affare perfetto e dubita di ogni modello, manco dovesse comprare un suv e chiedere un prestito personale con tasso agevolato. Quella sera lei a piedi, io in bici a passo d'uomo che a un certo punto dico:
"provala!!...magari è solo questione di abitudine al mezzo...altrimenti non ti deciderai mai"
"Ok Lù la provo"..reggi qua questa..ora reggi quest'altro...ecco ci sono, un pò scomoda però....aspetta mi pare ci siamo"..
Un parto...
Dopo 7 secondi netti, alla quarta pedalata succede l'irreparabile: la catena della bici salta, ma essendo un vecchio modello, tutta l'impalcatura che la racchiudeva si stacca. Morale della favola la bici è da buttare, anche perchè con i tempi tecnici che ci sarebbero voluti per ripararla si faceva prima a comprarne un'altra. Gianna non comprò mai la bici in tutta la sua permanenza a Pisa...in compenso passò le sue settimane a scusarsi per aver rotto il giocattolo altrui..