Volutamente Estemporanea


Pomeriggio, sfogliando il giornale sul tavolo di cucina.
Improvvisamente la camera è un’ampolla di vetro.
Il vuoto.
Ecco il secondo.
Tic tac, tic tac, tic tac, tic tac.....
Il bordo delle mattonelle arancioni in cucina crea la linea divisoria che separa la zona temporale dal vuoto bianco delle pareti.
Al centro di un disegno floreale nato dall’incrocio di 4 mattonelle c’è un piccolo chiodo che regge un orologio in stile anni 70.
Pare un castello in miniatura, con due torri piatte marron scuro e la scritta argentea della marca sulla parte alta a destra.
Nel lavello le pentole rovesciate in posizione obliqua sono una muraglia d’acciaio.
I bicchieri mignon per il liquore come file di matrioske.
Alcuni spostamenti quasi impercettibili moltiplicano il suono del “tac”.
Ogni microsuono crea degli smisurati vortici concentrici attorno a se.
..Perdita di contatto..
Tic tac, tic tac, tic tac….
Ecco l’immancabile goccia che batte sul bordo di un piattino da caffè nel lavandino.
E’ un suono sbrigativo e vivace.
Sei esattamente all’interno della goccia, ma il tuo breve tragitto è interrotto da una perturbazione insidiosa.
E’ qualcuno che reclama la sua presenza con tutta la sua possenza.
E’ lui, il frigorifero. Frastuono vigoroso e perpetuo.
Prevarica, copre tutto il resto.
Voglio fermare questo abuso di potere. Ho bisogno della voce di un altro componente dell’orchestra.
Il fido orologio da parete non mi aiuta, snobbando la mia concentrazione su di lui.
Solo un altro rumore più forte può salvarmi dalle “fauci” del frigo.
SBAM!!
La persiana sbatte sul vetro della finestra. Sono salvo.
Che nuvoloni da questi vetri!!! E soprattutto questo piccione è sicuramente malato, altrimenti starebbe sul suo solito arco sotto la ringhiera invece che immobile nell’angolo.
O magari si riposa.
Ripasso dopo caro, e scoprirò se è relax da viaggio o meno.
E il tic tac di prima? Sparito.
Lo cerco riportando la camera alla concentrazione primordiale. Ma ivano.
Credo che ora non riuscirei a sentirlo neanche se staccassi l’orologio dalla parete e poggiassi l’orecchio sulla scatola degli ingranaggi.
Poco male, tornerà.
Dunque vediamo un pò...
…dov’ero rimasto?….ah si, pagina 16, il consiglio d’istituto approva….

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